Gli assaggi di questa settimana: il “grande fratello” nel piatto?, didattica e gioia del bere, i vini argentini di Arnault con un enologo che parla italiano, tutto sul soffritto e infine Sébastien Bras a Laguiole decide di sfilarsi dalla guida Michelin. Buona lettura!

1) L’immagine che diamo di noi stessi sul web può essere sotto gli occhi di tutti, persino dei ristoratori. Pare che alcuni ristoranti alla moda di New York abbiano iniziato a “googlare” i clienti al momento della prenotazione, per poi decidere quale tavolo assegnare, ad esempio, o valutarne il profilo sui social, così ne scrive Madame Le Figaro. Il grande fratello arriva nel piatto?

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2) “Il vino è gioia, spesso ce lo dimentichiamo.” Finisce così questo pezzo di Angelo Peretti direttore di InternetGourmet.it, nella sua rubrica “La stanza dell’Angelo”.
Un invito per chi fa formazione sul vino a recuperare lo spirito conviviale del bere, anche nei momenti didattici e formativi. Non relegare la cultura enologica ad un ristretto gruppo di esperti, ma provare ad aprirsi ad una didattica sì seria, ma anche maggiormente attrattiva.

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3) Un gigante dell’economia francese, Bernard Arnault, sbarca in Argentina con il business dei vini, direttamente da Bordeaux e con lo scopo di creare un nuovo Cheval Blanc, Cheval des Andes. Piantagioni ad alta quota e irrigate con fiumi deviati, come un tempo facevano gli Incas. L’enologo dietro questo progetto? Un italiano e nemmeno trentenne! Corriere Cucina ce lo racconta.

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4) Aglio e cipolla colpevoli di lesa socialità? Soffritto imputato numero uno nelle cucine di diversi chef? Quante volte al ristorante sentiamo dire : si può avere senza aglio e/o cipolla? Commensali intolleranti o semplicemente non amanti di aglio, cipolla e i suoi “derivati soffritti” ne abbiamo conosciuti tutti, o lo siamo noi stessi. A chi invece ama il profumo del soffritto anche al mattino, ecco un digeribilissimo pezzo monografico di Finedininglovers su questa profumata base per tante ricette.

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5) La notizia è fresca di 48 ore: Sébastien Bras, figlio del noto chef tristellato Michel Bras, prese le redini del ristorante paterno Le Suquet a Laguiole dieci anni anni fa, ha deciso oggi di uscire dalla guida Michelin. Pur apprezzando e ringraziando la Rossa, vuole dare “un nuovo senso alla sua vita” professionale e non solo, senza sottostare al giudizio degli ispettori Michelin, restituendo di fatto le tre stelle e chiedendo di non venir inserito nell’edizione 2018. Il caso, per quanto raro, non è affatto unico e isolato, ci sono stati illustri precedenti, anche in Italia. Sicuramente farà discutere, una scelta coraggiosa da un lato ma che evidenzia dall’altro il livello di pressione che può esserci in cucina anche, e forse proprio sopratutto, quando si è raggiunto il podio. Ne parlano in molti, il primo che abbiamo incontrato sulla notizia è stato Food&Sens.

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