Uno sguardo ‘di sala’
Abbiamo conosciuto Marco Meneghelli a Parigi, in un brillante 3 stelle, seduti ad un tavolo elegante. L’abbiamo rivisto a Milano, in una ben più modesta trattoria di quartiere.
In entrambe le occasioni questo giovane di bellissime speranze, vero talento del servizio e della sommelerie, ci ha colpiti per il suo sguardo acuto e le sue idee cristalline.
Da oggi entra nel team di Unaricettalgiorno per darci una visione diversa del mondo della ristorazione professionale, che lui vive dall’interno.
Il suo sguardo sull’universo del cliente è uno spunto che siamo sicuri ci aiuterà a diventare utenti più consapevoli, e ad apprezzare di più un settore che troppo spesso sottovalutiamo, e che invece è al centro della nostra esperienza enogastronomica ed è il tramite tra noi e i tanto osannati chef. Questo è il suo primo post per noi.
(Loro, i ragazzi di sala, ci guardano, ci osservano, e capiscono di noi molto di più di quanto noi possiamo pensare…!)
Status symbol (di Marco Meneghelli)
Non c’è convivialità, si parla meno e si twitta di più, si comunica il cibo quasi per mettersi in mostra, per far vedere di avere quel qualcosa in più degli altri.
L’importante è mostrare cosa si mangia a tutto il mondo, non importa quanto sia realmente buono quel piatto o all’avanguardia quel ristorante. Quello che conta, oggi, è far vedere a tutti i tuoi amici virtuali che tu hai provato quel piatto oppure che anche tu sei riuscito ad aver un tavolo nel ristorante più alla moda della città; per avere un like su facebook e per riuscire a scatenare quella inutile invidia o approvazione da chi ci segue sui social.
Non lo ritengo più solo un atto agricolo, come intitolava Wendell Berry in una sua famosa opera, è anche un atto di immagine poter mostrare che cosa si mangia, senza preoccuparsi più di tanto di tutto quello che sta dietro a un semplice piatto di pasta o al lavoro di quel povero cameriere che ci sta servendo.
In Italia eravamo tutti allenatori, quando la seria A era sulle prime pagine di tutti i quotidiani e si andava a riempire gli stadi.
Oggi siamo tutti Chef. Tutti gourmet. Pronti a permettersi di sparare a zero su tutti e tutto, a volte arrivando quasi ad offendere l’operato di donne e uomini che faticano con entusiasmo e tanta professionalità nei ristoranti, adattandosi con estrema pazienza alle vostre richieste.
Quello che mi piacerebbe, è vedervi sedere al ristorante e rilassandovi ordinare quello che più vi piace o vi ispira; per poi scrutarvi mentre state mangiando e brindando, condividendo quattro chiacchiere invece di un lungo post.
- April 01, 2016
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