Grassi contro carboidrati
Contrordinecompagni
Dopo decenni di guerra contro i cibi ricchi di grassi, da qualche tempo sembra che le cose stiano cambiando. Ora pare che il vero nemico dell’uomo, se parliamo di alimentazione corretta, sia lo zucchero.
Io lo credo da molti anni, e aggiungo il sale inteso come cloruro di sodio, il sale da cucina per capirci.
Hanno cominciato alcuni scienziati dell’alimentazione autorevoli, quasi tutti nord europei e americani, hanno continuato alcune recenti ricerche universitarie e infine privati cittadini che hanno tutti pubblicato, a vario titolo, attraverso diversi mezzi di comunicazione, i risultati delle loro indagini.
Vorrei che fosse subito chiaro; nulla di scientificamente significativo dal punto di vista medico perché i tempi tecnici e la campionatura sono al momento molto parziali. Ma certamente molto interessanti dal punto di vista della pubblica opinione e della comunicazione di massa, che molto incide sulle scelte alimentari di milioni di persone.
L’esperimento più interessante e divertente è quello compiuto da due medici americani gemelli. Giovani, in buona salute, stile di vita molto simile. Uno vive e lavora a New York, l’altro a Londra.
Per un mese hanno seguito una dieta totalmente contrapposta; uno ha escluso quasi completamente i cibi ricchi di grassi e cioè il famigerato burro, le carni, i salumi, i formaggi e persino i prodotti ittici; l’altro ha escluso i carboidrati e cioè tutti i dolci, la pasta, il pane, la pizza, il riso, le patate ecc.
Il primo e definitivo risultato è che entrambi si sono sentiti frustrati e infelici.
Il secondo risultato certo è che non esistono diete risolutive. La dieta del digiuno, o dell’uva o la dieta dissociata o rinunciare completamente a questo o quello non migliora il nostro stato di salute fisica e mentale, a meno che non siano in coro precise patologie; se si è celiaci è ovvio che bisogna evitare il glutine e così via.
Ora i dettagli dell’esperimento:
Rinunciare ai grassi significa soprattutto ridurre i rischi di malattia cardiovascolari, mantenendo sotto controllo il colesterolo, un vero spauracchio, sebbene alcuni famosi cardiologi cominciano a pensare che non sia esattamente così; in secondo luogo dimagrire.
Rinunciare ai carboidrati significa ridurre i rischi di iperglicemia e a lungo andare ridurre i rischi di diabete alimentare; in secondo luogo significa dimagrire.
Non solo questo, ma principalmente questo.
Il gemello che ha rinunciato ai grassi è dimagrito di 1 kg, pur consumando quanti carboidrati desiderasse; si è sentito spesso affamato.
Il gemello che ha rinunciato ai carboidrati è dimagrito di oltre 2 kg, ma ha perso in parte grassi e in parte massa muscolare; si è sentito spesso più debole e svogliato, meno concentrato. I livelli di glicemia si sono alzati ma il corpo ha risposto producendo più insulina, la qual cosa non è affatto considerata positivamente, anzi.
Per entrambi i livelli di colesterolo non si sono modificati.
Probabilmente la questione è mal posta: non può essere un gruppo di alimenti la causa della nostra salute o del nostro peso, ma di fatto il mix e il quantitativo.
In definitiva nessuno può definitivamente nutrirsi di questo o di quello, rinunciare ostinatamente a certi alimenti preferendone in assoluto altri.
Forse la vera dipendenza dipende dalla combinazione di grassi e zuccheri e dalla capacità di alcuni alimenti di scatenare una sorta di dipendenza, magari sostenuta da un potente, ostinato lavoro di marketing aziendale e sovra aziendale, culturale.
Succede che dolcetti, caramelle, gelati, merendine, bibite dolci e gasate, cioccolatini, patatine fritte in busta, alcol, ma anche, diciamolo un bel piatto di pasta alla carbonara, risultino irrinunciabili e, purtroppo, non salutari. Ma stimolano la produzione di dopamina e il nostro stato di “felicità”.
Se troviamo la felicità anche in un giorno di dieta ferrea e in una sana e costante attività fisica, cioè nel fare fatica, allora possiamo farcela.
- February 05, 2018
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- carboidrati, corretta alimentazione, grassi, stile di vita, zuccheri