Calcio e pizza nel cartone
Tra poco partono i campionati europei di calcio.
Il calcio e’ onnivoro.
Prima, durante, durante l’intervallo e alla fine della partita il cibo e il buon vino passano in secondo piano; più importante che gli atleti passino bene la palla.
Di calcio e di cibo in italia ne capiscono tutti (quasi tutti).
L’italia e’ un paese di allenatori di calcio e di cuochi. O meglio di commissari tecnici e di “gourmet”.
Raccontare entrambi i fenomeni e’ impresa difficile.
Ricordo Gianni Brera, geniale ma troppo “padano” e qualche suo emulo, tra i quali si e’ distinto Gianni Mura, molto aiutato dalla moglie, capace di raccontare gli eventi sportivi e la buona tavola. Anche Licia Granello, che dopo aver inseguito per anni giocatori di calcio, in lungo e in largo per l’italia e l’Europa si è messa a scrivere di gastronomia. Forse e’ una retrocessione.
Ma fare il giornalista è sempre meglio che lavorare, come mi dice sempre (ma la battuta non è sua) un altro famoso giornalista sportivo “audio video” e noto “gourmet”, Stefano Vegliani.
Torniamo al torneo continentale.
L’italia giocherà contro il Belgio, la Svezia e l’Irlanda. In cucina potremmo stravincere, ma sul campo sembra che le nostre avversarie siano forti e per noi, in un periodo di totale depressione calcistica (pochi soldi, pochi talenti italiani, vivai trascurati, federazione debole, dirigenti incapaci e viaq dicendo), le ultime competizioni sono state disastrose.
Renzi ha salutato la squadra in ritiro e sembrava Berlusconi degli ultimi tempi, quando cerca di motivare i giocatori del Milan.
E quindi consoliamoci con il cibo: potremmo farlo, per senso di ospitalità e rispetto dell’avversario con i piatti tipici di quei Paesi (in realtà si gioca in Francia, ma io intendevo un’ospitalità domestica o scaramantica).
Invece di ordinare la solita pizza nel cartone e birra triste, potremmo assaggiare le specialità dei nostri avversari.
Non sono sicuro di potervi convincere.
Il Belgio e’ famoso per le cozze (che non mi appassionano) e per le patate fritte, che non sono francesi, “les frites o french fries”…….( anche Poirot e’ belga e non francese).
Per il cioccolato e per le straordinarie birre trappiste, le mie preferite.
Il Belgio e’ un paese incasinato, tipo il nostro, difficile da governare (hanno cambiato piu’ governi di noi), in affanno, ricco di denaro vecchio, di colonizzazioni africane, di sfruttamento umano, di miniere e lavoro duro fatto da stranieri, molto da italiani. E italiana è la loro regina, mi sembra (questi italiani all’estero sempre sul pezzo!!!!).
Il colore della maglia è rosso e giallo (la nostra e’ azzurra, lo ricordo alle ragazze che saranno costrette a guardare le partite) ripeto noi siamo gli “azzurri” il colore della nobilta’!!!!!!
Il Belgio e’ un paese con due etnie in continuo scontro, i fiamminghi, nobili, fieri, ricchi e filo olandesi e i valloni, i poveri di campagna e filo francesi. Molto approssimativo, scusate. Poi ci sono milioni di immigrati.
I francesi nelle loro barzellette ci mettono i belgi e i poliziotti, come noi i carabinieri . Senza offesa.
E passiamo rapidamente alla Svezia del salmone e dell’aringa, delle patate e della carne di ogni tipo.
Qualche polpetta, minestre. Il clima e la natura non sono così vari e quindi ci accontentiamo. Il paese e’ ricco.
Negli anni ‘60 il mito svedese era la bionda bellissima e “facile”.
La volvo e’ un’auto robusta e sicura, alquanto bruttina nei suoi modelli squadrati e spigolosi.
Le polpette le facciamo decisamente più buone noi in italia e quindi salutiamo caramente la Svezia e, purtroppo, il suo fortissimo centravanti (il centravanti e’ il giocatore pericoloso che segna i gol, sempre per le ragazze di prima) si chiama Ibrahimovic, che non è esattamente un cognome svedese.
Gli svedesi sono ottimi atleti, grandi e grossi.
La maglia è gialla (con qualche inserto blu) ripeto gialla. Il giallo fa sembrare ancora più grandi e grossi.
L’Irlanda e’ cattolicissima, come l’italia. E’ una repubblica separata dal Regno Unito dal mare, da una forte volontà di autonomia che si è espressa ripetutamente nei secoli. Si parla irlandese e inglese. E’ povera, fiera.
E’ verde.
La capitale è Dublino. L’isola è parzialmente controllata dagli inglesi, ricchi, invadenti e protestanti (di religione), intendo l’Irlanda del nord.
Gli irlandesi sono verdi come l’incredibile hulk, gli inglesi sono orange, come gli altri fantastici. Va beh sono fumetti.
A New York, nel secolo scorso gli italiani e gli irlandesi si sono scontrati e rispettati. Bella storia, brutta storia. Di emigrazione, che ci accomuna, di fame e di malavita.
Gli irlandesi mangiano ottima carne e bevono tanta birra. Io ho cucinato spesso lo stufato irlandese, un ottimo spezzatino di agnellone con tanti porri e patate. Forse mangiano altro ma a noi che importa. Anche in questo caso, si trattasse di cucina, sarebbe un punteggio tennistico a nostro favore.
Corrono e lottano come pochi, ma tecnicamente la squadra non è fortissima.
La bandiera è un tricolore simile al nostro, ma in realta’ verde, bianco e arancione (vedi hulk e i fantastici).
La maglia è verde. Si potrebbero confondere con il prato di gioco, tipo camaleonti.
Riassumendo: forza italia (che non è un partito) e per quanto riguarda il cibo se preparate qualcosa di buono e italiano tanto meglio.
A giugno fa caldo, quindi mi piacciono:
Parmigiana tiepida, insalata di riso o di pasta, vitello tonnato, carpaccio e tartare, verdure cotte e crude, prosciutto e melone, mozzarella e pomodoro, una spaghettata di aglio, olio e peperoncino, pane e salame, formaggi, pesche, albicocche, ciliegie, gelato.
Vino e caffè.
Tutto facile, tutto pronto, tutto italiano.
Vinca il migliore. In cucina saremmo per certo già in finale.
Altre idee in cucina per gli amici:
Insalata di scampi, avocado e valeriana
Sushi di zucchina con crudo e robiola
Involtini di bresaola e formaggio
Spiedino di pollo grigliato allo yogurt
- June 10, 2016
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