Anna By

Grandi case, che bellezza!


Quando c’erano le ‘grandi case’, il mondo della ristorazione era più bello.

No, non è solo desiderio di ritornare ai bei tempi andati, in fondo è bella la contemporaneità.

Ma quel misto di accoglienza, eleganza, piacere del convivio… quel sentirsi a casa, ma meglio. Quel sorriso complice del maitre di sala, quei gesti sapienti che ti fanno stare a tuo agio anche quando non sei mai stato in un locale stellato.

Quei professionisti capaci, misurati, sobri, attenti. La cucina che è al tuo servizio, e non tu al suo.

I piatti eccellenti, senza falsi giri di pensieri, senza eccitanti sorprese al posto del gusto.

Le cotture perfette, le materie prime scelte con maestria.

Quel ritmo sobrio, ma cadenzato, senza volerti legare alla tavola fino a farti svenire di noia. Ma con il desiderio di farti mangiare bene, immensamente bene, senza sfidarti a duello sul filo della (in)comprensione.

La ricerca della perfezione, che si contrappone alla ricerca del tuo stupore.

La sala di Vittorio, tre stelle Michelin a Brusaporto (BG)

La sala di Vittorio, tre stelle Michelin a Brusaporto (BG)

Mi sono sentita così pochissime volte. E di sicuro due di queste sono esperienze che non dimenticherò.

Entrambe grandissime famiglie, entrambe grandissime stelle del firmamento gastronomico.

Don Alfonso e Vittorio: quando la cucina è concreta, buona nel senso più ampio del termine.

Quando il servizio è lì per te.

Quando non ti serve passare in cucina, ad omaggiare lo chef.

Perché è lui al tuo servizio, ed è felice e fiero di esserlo.

Quando il cliente è al centro dei pensieri della brigata.

Quando un pasto entra nella tua memoria perché sei stato davvero bene, e vorresti immediatamente portarci tutta la tua famiglia, perché capirebbe e si emozionerebbe anche la zia.

Quando la recensione non serve, perché dopo aver assaggiato quei meravigliosi piatti sei appagato e felice, e non è necessario spiegare nulla.

Quando ti alzi e i patron ti aspettano all’uscita, per salutarti. Chiunque tu sia.

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Mi mancano, le grandi case. Ma, per fortuna, qualcuna c’è ancora. Lontana dal frastuono mediatico, ben salda nei conti bancari.

Da andarci più spesso, a fare compagnia a quei tanti clienti che hanno capito, ben più di tanti di noi  gastrofighetti, come val la pena passare il proprio tempo, anche a tavola.

Scopri qui le immagini di un pranzo da Vittorio a Brusaporto

Anna
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About me

Anna Prandoni, giornalista e scrittrice, si occupa da oltre quindici anni di enogastronomia, con particolare attenzione alla storia dell’alimentazione e alla sua influenza sulla cultura e sulla società italiane. www.annaprandoni.it

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