Il vino “naturale”
Vino naturale non vuol dire nulla.
Forse qualcuno usa impropriamente una definizione che vale come un’altra.
Forse qualcuno vuole intendere un vino prodotto senza alcun intervento “chimico”, sia in vigna che in cantina.
In questo caso il vino non si può fare.
Intendo un vino minimamente decente, sano e bevibile!
E allora qualcuno per ‘naturale’ intende un vino prodotto con interventi mirati e minimi.
Cioè quello che fanno i produttori capaci, preparati, intelligenti e onesti.
Quindi centinaia di produttori che si definiscano vignaioli, produttori, appassionati , biologici, biodinamici o trallallero trallala’ poco importa.
E permettetemi: ci mancherebbe altro che un vino non fosse biologico.
Anche se, come disse un caro amico ed esperto : “il vino si può fare anche dall’uva”.
La distinzione più interessante che mi viene in mente è piuttosto ideale: ci sono quelli che standardizzano la produzione per offrire ai clienti un vino che ogni anno assomigli a se stesso, all’idea di vino che il cliente conosce da anni e ogni volta desidera ritrovare. Un vino di “cantina”, se una tale definizione può essere accettata.
E ci sono quelli che accettano che il loro vino, con quel nome e quella etichetta e bottiglia sia ogni anno diverso, perché la natura lo ha reso così . Se mi permettete lo definirei un vino di “natura” o, per non equivocare ancora, un vino di vigna, e quindi, in questo senso un vino naturale: un anno più alcolico e colorato, più sapido e meno aromatico e l’anno dopo magari meno alcolico, più spigoloso, perché il vino dipende dal sole e dalla pioggia, dal vento e anche dalla fortuna.
E senza voler approfondire la questione relativa alla evoluzione del vino nel corso degli anni, perché il vino è vivo e cambia mentre invecchia.
E senza dimenticare infine che fare vino significa prendere alcune centinaia di decisioni.
E il vino, ricordiamocelo, si può ‘fare’ solo una volta all’anno.
- October 26, 2017
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