Liberi di essere imperfetti: l’indulgenza passa dalla cucina
La confezione si intravede, ma bisogna essere attenti osservatori per notarla. L’impatto è di una cucina di una casa contemporanea, giovane, dinamica. Una cucina di condivisione.
Il punto rimane questo filo conduttore forte: una cucina cucinata, autentica, non artefatta.
E poi, arrivano loro: i piatti imperfetti.
La salsa che esplode dal frullatore non chiuso, due rigatoni che cadono dal timballo, un impiattamento come lo farebbe la mamma. Nessuno si scandalizza, il cuoco domestico sorride, l’indulgenza verso una cosa comunque buona, seppur imperfetta, ma preparata con amore, ci lascia per una volta senza ansia da prestazione.
Il brand si svela, e ci racconta una storia fatta di persone normali, in case felici, che non ambiscono a partecipare a Masterchef o a emulare nella propria cucina un restaurant di Alain Ducasse. Fanno del loro meglio, e se non è perfetto non vengono derisi. E di più: il brand non vuole a tutti i costi mostrarsi performante al posto nostro. Mutti non ci sta dicendo che con la sua passata di pomodoro ci trasformeremo in Carlo Cracco. Ci sta dando l’occasione di essere autentici, e felici. Liberi, in fondo. L’imperfezione gastronomica casalinga elevata a modello, finalmente. Più cibo, meno food.
Se volete vedere lo spot, è qui: https://www.youtube.com/watch?v=djJyhtXViDg
- October 31, 2019
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