Una Prima…gastronomica!
La prima della Scala, a Milano, è l’equivalente del ballo delle debuttanti per una diciottenne. Quelle cose un po’ fané, che però uno ci tiene un sacco.
Ecco, Milano alla sua prima ci tiene da morire, perchè è la perfetta sintesi del meneghino: sobria ma elegante, festosa ma moderata, grande ma contenuta, illuminata ma con la nebbia. Che volete che vi dica? Se non siete milanesi doc, o almeno milanesi acquisiti, voi, questa cosa, non la potete capire.
E allora ecco qualche informazione che vi aiuterà a rendervi un po’ più milanesi, e vi darà l’occasione di sentirvi metropolitani almeno per un giorno. E se un giorno dev’essere, che almeno sia il 7 dicembre!
L’opera: Innanzitutto torna alla Scala, dove è avvenuta la prima rappresentazione in assoluto dell’opera, nel febbraio del 1904, e questo sarebbe un evento a metà, nei decenni del XX secolo infatti l’opera è stata già rappresentata più volte alla Scala. L’evento nell’evento è il fatto che torni proprio nell’edizione originaria di quel febbraio 1904. Quella Prima alla Scala del 1904 fu molto contestata, ” un linciaggio” definì Puccini quella serata. Pochi mesi dopo l’opera venne rappresenta a Brescia, in una versione già rivista dal Maestro. Ma la versione che ad oggi viene rappresentata in tutti i teatri del mondo è ancora successiva, Parigi 1906, con ulteriori modifiche rispetto all’originale. Quella di quest’anno è una riscoperta a tutti gli effetti.
Puccini era determinato: “l’opera più sentita e suggestiva ch’io abbia mai concepito” per cui dopo il fiasco scaligero si mise subito di gran lena a rimaneggiarla per riproporla al pubblico. Le varie revisioni hanno visto una serie di tagli e modifiche, anche se nella sostanza poco è mutato. Di certo, la prima versione accentuava il tema del colonialismo (alcune espressioni di Pinkerton verso il mondo giapponese sono state eliminate) e di certo è stato in parte attenuato il carattere triviale dello stesso Pinkerton.
Nelle successive versioni a quella del 1904 è stata aggiunta l’aria ” Addio fiorito asil” di Pinkerton, aria nella quale sembra provare rimorso e rimpianto per l’abbandono di Butterfly.
Nella prima versione emerge maggiormente la cieca fede di Butterfly in questo matrimonio “a tempo determinato”, in cui lei crede, anche se è l’unica a farlo. (testo di Roberto Magro)
Ma conoscere i retroscena e la trama non basta per essere ‘milanesi’ DOC! Ecco le informazioni gastronomiche aggiuntive, da vero intenditore.
Beviamo Bellavista Teatro alla Scala, la bottiglia che ogni anno dal 2004 la grande casa vinicola franciacortina dedica al Teatro: eleganza di bollicine, finezza di sorso. A tutto pasto, da non relegare solo all’aperitivo. Quest’anno è annata e vendemmia 2011, nata selezionando il meglio di ogni vigna per accostare lo spirito di ogni Vendemmia Brut all’unicità di un’Opera Prima, che ogni 7 dicembre si rinnova nell’incanto di un’armonia tutta italiana.
E in attesa che il masterchef Carlo Cracco apra il suo ristorante a due passi dal Teatro, non vi resta che sognare i suoi piatti, cantando sulle note dell’opera, seguendo la diretta su Rai1.
No, neanche quest’anno ci hanno invitati, ma noi abbiamo un asso nella manica. Un loggionista appassionato di cucina, che ci regalerà nei prossimi giorni una sintesi dello spettacolo.
Nel frattempo, possiamo studiare il contesto, sorseggiando uno dei saké selezionati da La via del saké e proposti nel loro sito, dove scoprire tutto di questa millenaria bevanda, tanto invisa a Pinkerton <quale è licor più indigesto e più nauseabonda leccornia della Nipponeria>, protagonista della Madama Butterfly, e tanto apprezzata invece dai contemporanei gourmet di tutto il mondo.
E se l’opera ci avrà appassionato, potremo approfondire l’argomento il 14 dicembre alle ore 18.30, con uno show cooking dello chef Roberto Okabe a Palazzo Edison, che ospiterà anche tanti altri appuntamenti legati proprio alla ‘Prima diffusa’: una sorta di fuoriScala che porta l’Opera tra le vie e i palazzi della città.
Anna Prandoni e Roberto Magro
- December 06, 2016
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