Stelle…cadenti
‘Le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di…. Vuol dire qualità!’ recitava una canzoncina pubblicitaria di qualche anno fa.
Se la guida Michelin, la più temuta, desiderata, amata dai cuochi di tutto il mondo non fosse francese, l’Italia sarebbe il primo paese al mondo per il numero di stelle collezionate. Invece, è seconda dietro la Francia.
È un risultato molto importante e significativo del livello di eccellenza gastronomica del nostro Paese.
Certo, la guida nacque per pubblicizzare a basso costo i pneumatici francesi; oggi rimane in fondo un prodotto di nicchia, per i gourmand appassionati e benestanti, che un tempo costava poco e reclamizzava, era utile marketing.
“Circolate francesi, circolate, con la vostra autovettura (francese); consumate i pneumatici (francesi) e andate nelle nostre officine. Lì intorno troverete buon cibo e alloggio”!
Ora non saprei dire in quanti sanno questo.
Nel frattempo la misteriosa guida Michelin, nessuno conosce gli ispettori, che pagano il conto anonimamente (chissà se ci vanno davvero in tutti i ristoranti che schedano?) è diventata forse un costo piuttosto alto per l’azienda di pneumatici, ma in ogni caso resiste.
Nel frattempo, il mercato di auto, pneumatici e officine è diventato quello asiatico, ovviamente.
Tanti chef stellati in Giappone, negli ultimi anni. Erano già molto bravi anche prima!
E ora arriveranno tanti chef stellati cinesi, in una grande guida rossa, la Michelin, come il libretto rosso di Mao.
Espansione territoriale; occupare il territorio è l’obbiettivo. Se poi aumenteranno anche le vendite di pneumatici, non saprei.
L’omino-omone Michelin è ovunque, e pare sia ancora utile.
Una stella non si rifiuta quasi più a nessuno, nonostante qualche evidente svarione, che può capitare! Ma che alcuni ristoranti non meritino certe esagerate valutazioni mentre altri vengono ingiustamente esclusi è la mia personale opinione, peraltro condivisa da moltissimi.
Togliere una stella è spesso controproducente per la guida stessa.
Mentre favorire certe “zone” vergini piuttosto che quelle intasate appare politicamente più utile.
In Italia, ad esempio, si è verificato un incremento significativo al Sud, negli ultimi anni, soprattutto in Campania e a Roma quest’anno. Forse a Milano due o tre ristoranti avrebbero meritato una migliore considerazione, ma in città sono già in tanti!
In ogni caso, lunga vita alle stelle e ai molti cuochi che al centro del villaggio credono ancora ci sia il loro smisurato ego piuttosto che il cliente.
Stella sempre ambitissima, che – in fondo – certifica il buon lavoro svolto!
- December 05, 2016
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