Un convegno ad inutilmente Expo
Vado ad un convegno inutile (uno dei tanti) per accompagnare Qualcuno.
Non siamo molti: qualche addetto ai lavori, qualche altro addetto ai lavori che mi sembra siano giornalisti.
Certo, ovvio, piuttosto che lavorare è meglio fare il giornalista.
Qualche blogger che vuol dire studentesse molto fuori corso o signore di mezza età, tutte disoccupate, che fingono di cucinare qualcosa, fingono di fotografare con la loro tavoletta foderata o con il telefono e scrivono “di getto” senza poi leggere e correggere. E pubblicano tutto immediatamente sui “social”.
Pochi altri. Infine i tifosi.
MI era sfuggito che tra i relatori ci fossero Il vate, il critico d’arte dei critici d’arte, il tuttologo, il provocatore post pasoliniano, l’Oscar Wilde della Tv generalista, insomma Vittorio Sgarbi e a seguire, poveri noi, tale giornalista Cruciani, conduttore radiofonico che si esalta nell’intervistare senza far rispondere, parlando letteralmente e fisicamente sopra il malcapitato fesso, bisognoso di notorietà, con forte accento romanesco e in sfregio alla lingua italiana, ma non importa, fino a riuscire, ed è questo il suo obiettivo, a far dire al povero disgraziato qualche si, no, forse, ecco e una fesseria sulla quale costruire la sua fortuna giornalistica.
Nel caso di Sgarbi so già che parlerà senza interruzioni per 20 minuti filati. Che comincerà con il tema, passerà alla critica d’arte, inserirà qualche parolaccia, un aforisma di Wilde e finirà parlando di Renzi, Berlusconi e di teatrino della pseudo politica da gossip e insulto gratuito finale.
L’altro non farà di meglio.
Ma quello che mi è sembrato affascinante è come le persone in grado di intendere riescano a difendersi da questo fiume in piena di parole inutili.
Una breve spiegazione scientifica.
Le onde sonore emesse dal gracchiante raggiungono l’orecchio, non importa se siano parole di senso compiuto o altro.
Dall’orecchio al cervello un sistema complesso e affascinante non ancora del tutto noto trasforma tali vibrazioni in segnali elettrici che raggiungono le diverse zone del cervello il quale le rielabora in qualcosa che siamo in grado di decifrare, per poi cercare di capire.
Questo per dire che il linguaggio è qualcosa di fisico.
Nel mio caso, e secondo me è successo a molti altri, questo meccanismo non è scattato.
Tutto si è bloccato per 20 minuti. Un meccanismo di autodifesa automatico, come il cuore che batte a prescindere dalla nostra volontà. Davvero affascinante.
Il fenomeno si è ripetuto con l’altro relatore, ma, purtroppo, a quel punto, è stato il corpo a cominciare a soffrire a causa della postura; perché rimanere seduti per molto tempo senza fare nulla è faticoso.
Qui interviene sicuramente quella sorta di famigerato e odioso super IO o non so come si chiama, condizionato dalla nostra diciamo buona educazione rigidamente osservante cattolico e borghese, che mi ha impedito di alzarmi e andarmene.
Anche Qualcuno mi ha confessato che avrebbe tanto voluto farlo.
Gli altri relatori se la sbrigano in fretta.
Non saprei dirvi chi paga, ma credo siano soldi “pubblici”.
Applauso di cortesia.
Non segue rinfresco e quindi il gruppo, direi sparuto, si dilegua.
Restano gli addetti ai lavori, per contratto, e i tifosi.
Loro, i tifosi, i talentuosi, il sistema di autodifesa di cui ci ha dotato la natura o Dio, e noi ringraziamo entrambi, lo hanno in attività continuamente e sono in grado di ricevere un’altra piena di parole inutili.
Da “Un inutile convegno pomeridiano a Expo Milano 2015”
- September 10, 2015
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