Anche per voi ci sono posti che ‘va bene così’?
Locali che sono assolutamente al di sotto dei vostri normali canoni di accettazione, che se vi fossero proposti non vorreste mai frequentare, che spontaneamente non avreste mai scelto ma che – per qualche oscuro motivo – diventano invece punti di riferimento nel vostro panorama gastronomico abituale?
Il mio amico Roberto, noto gourmet e frequentatore più che abituali di stellati & co., non riesce a capirmi. Ma io provo con voi, magari trovo qualcuno che sostiene la mia tesi.
Sono in una pizzeria vicino a casa. La pizza è molto buona. Ma: tavolini di finta formica, sedie di plastica, tovagliette di carta. Il servizio è casual, a esser generosi. Sono lentissimi. Sarà che vado sempre la domenica, sarà che sono imbranati. Ma la pizza ogni volta va sospirata. Non c’è altro oltre alla pizza: no birre artigianali, no bevande che non siano la triade pop Coca-Fanta-Sprite. Il vino non pervenuto, e se ci fosse non lo ordinerei di certo. Eppure. Eppure. Quando so che verrò qui, so che sarà una serata piacevole.
In questi luoghi ci si può andare solo con persone care, con amici che comprendono. Con gente con cui si è in totale sintonia. Nessuno che ti possa tradire, raccontando ai gastrofighetti i luoghi malfamati che frequenti. Posti che non hanno la geolocalizzazione, non hanno instagram: non hanno nemmeno mai immaginato di poter avere l’ufficio stampa!

Esistono, anzi: vi do uno scoop. Sono la maggior parte. 

Siamo circondati, li frequentiamo, anche se non li postiamo. E se iniziassimo a parlare anche di questi?